Quali sono le fasi del lutto?

QUALI SONO LE FASI DEL LUTTO?

Il lutto della Gran Bretagna per la morte della Regina Elisabetta II è iniziato l’8 settembre. Il periodo ufficiale si prolungherà fino ad una settimana dopo il funerale. Ma per i familiari di certo non finirà con lo scadere dei giorni stabiliti. La durata dell’elaborazione del lutto richiede un tempo ben superiore. Questo periodo è evidentemente variabile. Dipende da persona a persona. In ogni caso, però,  le emozioni che accompagnano il lutto sembrano essere uguali per tutti. Tante che sono suddivise in specifiche fasi. Vediamo più da vicino quali sono le fasi del lutto secondo la psicologia.

In primis, che cos’è il lutto?

Dal punto di vista psicologico il lutto è definito come “la perdita di un oggetto significativo”. Questo significa che non riguarda solo la morte di una persona cara. L’oggetto significativo può essere anche il tuo lavoro, oppure il partner da cui ti separi. Con la conseguenza che ti trovi ad affrontare le stesse identiche fasi che si attraversano dopo la morte di una persona.

Fasi o stadi?

Diversi psicologi si sono dedicati allo studio del processo di elaborazione del lutto. Eric Lindemann e John Bowlby ne hanno parlato in termini di stadi. Vuol dire che pensavano che ci sono dei “momenti” che si ripetono in maniera lineare. In pratica dovresti passare al successivo quando concludi il precedente. Secondo l’ordine prestabilito. La psichiatra Elisabeth Kübler Ross, invece, ha elaborato un modello organizzato in fasi. Questo modello prevede momenti che possono anche alternarsi. Saltando dall’una all’altra fase, non necessariamente in sequenza e anche senza averle concluse. Attualmente questa teoria delle fasi è la più condivisa.

La prima reazione: non ci credi!

Quando perdi qualcuno la prima reazione è che non ci vuoi credere. Questo meccanismo si chiama negazione e serve a difenderti dal dolore provocato dallo shock della perdita. Perchè una perdita, anche se non è improvvisa, comporta necessariamente un cambiamento. E il cambiamento non è mai facile, anzi può addirittura destabilizzare l’esistenza.

Le emozioni del lutto

Insieme al meccanismo della negazione vivi una serie di emozioni fondamentali. Inevitabilmente ti ritrovi ad attraversare la rabbia, la paura e la tristezza. Poi arrivano il patteggiamento e l’accettazione. Queste fasi si possono presentare sia contemporaneamente che in alternanza. Ti arrabbi perchè senti l’impotenza di fronte alla morte. Oppure può darsi che ti senti responsabile di qualcosa che hai fatto o avresti potuto fare. Devi affrontare un cambiamento, che ti spaventa e  che può riguardare non solo i sentimenti, ma anche le abitudini quotidiane. Devi fare i conti con l’irrimediabilità della morte, a cui di solito non pensi. Così tendi a chiuderti e mettere da parte il senso di speranza e di progettualità, sviluppando vissuti depressivi.

La conclusione del processo

Il processo si conclude attraverso l’accettazione della perdita. A questo punto il dolore non ti soffoca più ma è diventato tollerabile. Lo integri nella tua realtà. Puoi fare spazio alla possibilità di trovare nuovi equilibri, riorganizzare la tua vita e fare nuovi progetti per il futuro.

E se non finisce?

Questo processo descritto dalla Kübler Ross non ha una durata predefinita. Gli psicologi sanno bene che ognuno ha i suoi tempi. Ma hanno osservato anche che “in media” puoi impiegare dai 6 ai 18 mesi per elaborare una perdita. Se però questo periodo si prolunga e il dolore continua a bloccarti, ci possono essere delle complicazioni.

Cosa fare se il lutto è complicato?

Quando il dolore non finisce e non arrivi all’accettazione della perdita, il lutto può diventare un processo complicato. Puoi restare bloccato in una delle fasi appena descritte oppure continuare ad alternarle, senza arrivare mai ad accettare la fine. In questi caso un sostegno psicologico è fortemente raccomandato. Gli interventi basati sulla mindfulness hanno dimostrato di  essere efficaci anche nella risoluzione delle complicazioni del lutto. Per arrivare ad integrare la morte nella realtà della vita.

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