Cos’è la Mindfulness?

COS’È LA MINDFULNESS?

Negli ultimi tempi la parola mindfulness è entrata a fare parte del linguaggio quotidiano. Il più delle volte la troviamo associata a varie categorie: bambini, principianti, adulti, ansia, stress, alimentazione. Una lista piuttosto variegata, che di sicuro rientra nell’ambito della salute e del benessere: la sua promessa è di risolvere le ansie e le preoccupazioni che ci affliggono. Tutto questo grazie ad un maggiore controllo sul proprio comportamento ed anche sulle emozioni. Ma vediamo di capire meglio cosa significa mindfulness e perché se ne parla tanto.

Un po’ di storia

L’origine della mindfulness va ricercata nel buddismo, anche se attualmente non ha nessuna connotazione morale né religiosa. In pratica, tra gli insegnamenti del Buddha (che vanno sotto il nome di Dharma) sono indicati gli elementi che ci consentono di cogliere l’essenza della vita. Più precisamente, il Buddha parla di “ottuplice sentiero” specificando le qualità che bisogna coltivare per vivere appieno la vita. Il settimo sentiero (che si chiama Sati) significa consapevolezza. Vale a dire essere consapevoli di ciò che c’è dentro di noi. In pratica emozioni, pensieri, sensazioni e percezioni, in assenza di giudizio, di attaccamento o di avversione.

Come è arrivata in psicoterapia

L’introduzione della pratica meditativa nel contesto sanitario e psicologico si deve a Jon Kabat-Zinn. Questo biologo, professore presso la University of Massachusetts Medical School ha ideato un protocollo terapeutico basato sui principi buddisti. Il suo lavoro ha avuto un larghissimo seguito in ambito clinico, dando vita a vari programmi terapeutici. Di recente le applicazioni si sono estese all’ambito educativo e organizzativo come proposta di un vero e proprio stile di vita più salutare.

I principali programmi basati sulla mindfulness

Il primo programma sviluppato da Jon Kabat-Zinn nel 1979 è l’MBSR-Mindfulness Based Stress Reduction program (Programma per la riduzione dello stress basato sulla consapevolezza). In seguito ne sono stati sviluppati altri come l’MBCT  e l’ACT. Il primo è un programma che integra elementi dalla terapia cognitiva. Il secondo è un altro programma basato sulla mindfulness che spiega come uscire dai circoli viziosi che procurano sofferenza. In generale tutti i protocolli applicano i principi base della mindfulness, seppure con sfumature differenti.

Facciamo un esempio pratico

Cosa hai detto a tuo figlio l’ultima volta? Non è che voglio sapere i fatti tuoi ma questa semplice domanda è il punto di partenza di cosa significa la mindfulness. Se sei in grado di descrivere esattamente cosa stai facendo, che sensazioni provi e dove è rivolta la tua attenzione, allora vuol dire che sei in modalità mindful. Altrimenti vuol dire che hai inserito il pilota automatico. In pratica agisci secondo uno schema, un copione, una coazione a ripetere, insomma in maniera automatica. E’ la strategia del risparmio energetico, che ci fa ripetere gli stessi comportamenti, anche se non funzionano. Il risultato non è per niente soddisfacente. Tipo quando ci ostiniamo a dire sempre le stesse cose ai figli e loro continuano a fare quello che hanno sempre fatto.

Il fenomeno del multitasking

Oltre alla tendenza a risparmiare le nostre energie, siamo anche distratti da tante cose come le notifiche, i post, le chat, le serie e chi più ne ha più ne metta. Così ci ritroviamo a fare più cose contemporaneamente: è il fenomeno del multitasking. Il più delle volte non facciamo caso a ciò che ci sta capitando e soprattutto a ciò che stiamo facendo in un determinato momento. A quanto pare passiamo almeno la metà del nostro tempo a pensare a ciò che è accaduto prima oppure a ciò che accadrà dopo, senza essere veramente presenti in quello che stiamo facendo nel “qui ed ora”. Ad esempio, mentre parliamo con i nostri figli pensiamo ad altro, magari rispondiamo ad un messaggio o facciamo mentalmente la lista della spesa. Il risultato è che non siamo genitori consapevoli e per questo ci viene incontro la mindfulness.

In che cosa consiste la mindfulness

Sicuramente la mindfulness è l’opposto del multitasking. Quella modalità molto diffusa negli ultimi tempi che non ha fatto altro che aumentare il nostro stress e le nostre ansie. Facciamo troppe cose tutte insieme. La mindfulness invece promuove la capacità di dirigere l’attenzione in maniera consapevole verso qualcosa. E soprattutto, una cosa alla volta. Mostrandoci la via d’uscita dallo stato di trance quotidiano, nel quale siamo in balia di condizionamenti inconsci, abitudini e automatismi. Ma anche per ottenere e mantenere più a lungo una situazione di benessere. Questo vale sia a livello personale sia interpersonale. E per questo è importante anche per diventare genitori consapevoli.

 

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