Come affrontare un coming out

COME AFFRONTARE UN COMING OUT

Dover affrontare il coming out di un figlio è sicuramente uno dei compiti più complicati per un genitore.  Anche se siamo nel  2022 i tabù e le resistenze nei confronti dell’omosessualità sono ancora molto diffusi. Una vera e propria montagna di pregiudizi e stereotipi che non si lasciano conquistare dalle informazioni scientifiche. Alla base ci sono diverse ragioni personali e culturali ma la modalità per affrontare al meglio il coming out è unica. Oggi in occasione della Giornata mondiale del dialogo tra religioni e omosessualità cerchiamo di capire come farlo insieme.

Cosa ci dice la scienza sull’omosessualità?

Il fenomeno non è presente solo nel genere umano poichè nel mondo animale esistono almeno 1500 specie che hanno comportamenti omosessuali. Con percentuali variabili, ma non trascurabili: ad esempio tra i montoni il 10% è omosessuale. Questo già dovrebbe bastare a dimostrare che si tratta di un fenomeno del tutto naturale. In aggiunta, uno studio pubblicato su Science nel 2019 dimostra che i geni contribuiscono notevolmente al comportamento omosessuale. In pratica l’omosessualità, oltre ad essere naturale ha una componente biologica. QUINDI NON SI PUO’ AFFERMARE CHE E’ CONTRO NATURA! Come sostengono purtroppo ancora in molti.

Quali fattori determinano la scelta sessuale?

Oltre alla componente genetica la scelta del comportamento sessuale è fortemente condizionata da fattori provenienti dalla cultura e dall’ambiente. A partire dalla nascita, quando ci mettono il fiocco rosa o azzurro sulla porta. E via via crescendo con le separazioni tra maschi e femmine, le aspettative della società, il matrimonio, i figli. Insomma, siamo educati per stare in una delle due categorie e nella maggior parte dei casi questo funziona. Ma non è così per tutti e non sempre siamo preparati ad accettarlo.

 

Le ragioni culturali che ostacolano l’accettazione dell’omosessualità

I tabù culturali che ostacolano l’accettazione dell’omosessualità sono ancora molto forti, anche perché affondano le radici in un passato assai lontano. Partiamo dai comandamenti della religione ma più precisamente dalle cattive interpretazioni della Bibbia. Nel Medioevo hanno sostituito la condanna di tutti gli atti sessuali non procreativi con la condanna dell’omosessualità. Col fine evidente di preservare la specie umana e mantenere l’ordine sociale. D’altronde, la religione è anche un sistema di regole di condotta. Ma questo non sempre basta a superare l’idea del “peccato capitale”.

 

Una “ex” malattia psichiatrica

Per di più fino a 30 anni fa l’omosessualità era inserita nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) come malattia. Inoltre era anche un reato punito presso molti Paesi occidentali. Per fortuna negli anni ‘90 è stata derubricata dal DSM e da molti codici civili. Ma a distanza di 30 anni non tutti hanno compreso questo cambiamento di prospettiva.

Le paure dei genitori

Per molti resta un problema che ha a che fare con la propria identità di genere, le aspettative nei confronti dei figli, oltre che con emozioni complesse come la vergogna ed il giudizio degli altri. Chi è rigidamente convinto che il mondo si divide in maschi e femmine si sente a disagio con le variazioni sul tema. Ha paura per le certezze che si è costruito. Senza considerare che non si tratta di regole universali. Poi ci sono i sogni infranti del matrimonio perfetto della figlia col principe azzurro (e viceversa) o l’arrivo dei nipotini. Ma anche questo ha a che fare con aspettative non realistiche, che non tengono conto dei figli. Molti ancora si preoccupano di quello che penseranno parenti e amici di fronte alla rivelazione. Attivando sentimenti di intensa vergogna, oltre che di preoccupazione per eventuali disagi. Questi pensieri di solito si intrecciano, rendendo questa esperienza estremamente complicata.

 

Allora cosa bisogna fare per accettare il coming out?

Se non ci si può aggrappare a ragioni scientifiche, religiose e civili, cosa impedisce la serena accettazione dell’omosessualità? La risposta è senza dubbio la scarsa consapevolezza dei nostri limiti e delle nostre emozioni, che si acquisisce con un lavoro faticoso. Perché di sicuro non è facile superare le proprie paure e fare i conti con la realtà. Però l’unica soluzione possibile è di accettare i figli per quello che sono. Un atto di amore incondizionato che rispetti la volontà di un figlio. Il suo diritto ad essere se stesso e amare chi desidera.

 

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